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Immagine del redattoreLaura Roselli

Nel cuore dell'ecosistema: Etnopharma al 16° Simposio Internazionale di Cusco



Disboscamento della foresta amazzonica

Dal 16 al 22 settembre l’Università della Pace delle Nazioni Unite organizza il 16° Simposio Internazionale di Etnobotanica a Cusco, dal bacino dell’Urubamba, Machu Picchu e Lima.

Non per salvare Amazzonia ma perché Amazzonia salvi il Mondo in un’utopia possibile per una sostenibilità globale, ecologica, economica e sociale.


Temi di discussione saranno le piante alimentari ancestrali, la produzione degli alimenti tradizionali, l’etnomedicina, l’etnofarmacologia, la biologia molecolare e lo sviluppo sostenibile.

In occasione del 70° anniversario della proclamazione dei diritti dell’Uomo e del 40° anno dalla proclamazione di Alma- Ata, ci si incontrerà al fine di individuare i bisogni dell’Umanità e trovarne soluzioni e si lavorerà per individuare i corretti percorsi che legano le conoscenze e le risorse di una Sierra in cui attingono non solo i curanderos ma i ricercatori del Mondo e luogo in cui sono nate il maggior numero di varietà, addomesticate per nutrire il Mondo.

A Cusco si sosterranno tesi di una nuova antropologia trasversale, interculturale, che presuppone un’interazione forte con cui le identità entrano in dialogo fra di loro. Osmosi che non è sincretismo né fondamentalismo ma condivisione nel rispetto dell’altro. Per spaziare, accendere desideri grandi e progetti a largo respiro.

Cibo e salute per tutti dalle dirette risorse della foresta. Oltre 800 mila piante, 300 mila conosciute di cui solo il 15% è stato utilizzato e l’1% studiato con una strumentazione scientifica e che chiedono di dare risposte a domande non ancora poste. Il 64% dei medicinali deriva da sostanze naturali: 12% da metaboliti primari 28% da metaboliti secondari 24% da molecole di semi sintesi.

Ecosistema unico ma fragile.

20.000 ettari di foresta vengono distrutti ogni giorno: in quindici anni abbiamo perso il 3% della superficie arborea. I 17 paesi biologici dove sono ospitati i due terzi delle risorse biologiche planetarie sono abitati dai popoli indigeni, custodi del passato uniche guide possibili per il futuro : conoscono quella foresta sviluppatasi per milioni di anni insieme a loro e ad insetti, parassiti, funghi costretti ad elaborare complessi meccanismi chimici per la sopravvivenza.


Occorre cambiare paradigma, assumerci le responsabilità per garantire il futuro delle generazioni che verranno: il XXI secolo sarà il secolo della Pace e della Fratellanza o non ci sarà affatto.


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